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Che cosa significa termoregolazione evoluta? Ecco i sistemi che, abbinati alle caldaie, rientrano negli Ecobonus 2018 dando, così, la possibilità ai cittadini che ne fanno uso di accedere alla massima detrazione fiscale prevista dalla nuova Legge di Bilancio.
Caldaie a condensazione: quali sono i sistemi di termoregolazione evoluti?
Con la nuova Legge di Bilancio sono stati affinati i punti che permettono ai cittadini italiani di poter usufruire della massima detrazione fiscale per quanto riguarda la riqualificazione energetica degli edifici. Stiamo parlando, dunque, degli Ecobonus 2018 che, rispetto all’anno precedente, hanno subito alcune modifiche: parliamo, nella fattispecie, di quanto riguarda l’installazione o la sostituzione di un impianto di riscaldamento invernale, ovvero delle caldaie a condensazione. Che cosa significa che soltanto per quelle integrate con sistemi di termoregolazione evoluta la detrazione è la massima possibile? Per quanto riguarda questo punto specifico, mentre nel 2017 chiunque acquistasse e installasse una caldaia a condensazione nel proprio edificio, con un miglioramento dell’efficienza energetica dello stesso, poteva richiedere uno sconto Irpef o Ires pari al 65% della spesa, dal 2018 questo sarà possibile soltanto per dispositivi di classe energetica superiore o uguale alla A e se integrati con particolari sistemi di termoregolazione, appartenenti, in questo caso, alle classi V, VI e VIII. Nel documento della comunicazione della Commissione per l’attuazione del regolamento europeo riguardo il riscaldamento degli ambienti e l’ecocompatibilità dei dispositivi, possiamo leggere le caratteristiche di tali sistemi di termoregolazione.
Sistemi di termoregolazione evoluti: ecco le classi utili per gli Ecobonus 2018
Una volta scelta, dunque, la propria caldaia di condensazione classe A, sarà necessario integrarla con i seguenti sistemi di termoregolazione evoluti, divisi nei livelli rintracciabili, come detto, nel documento sopracitato. Come si evidenzia, i dispositivi si riferiscono a sistemi modulanti e non ad apparecchi con regolamento d’uscita ad accensione/spegnimento. In più, devono essere forniti di sensori ambientali.
Riportiamo ora, per esteso, le tre classi di riferimento, estrapolate dalla Commissione 2014/C207/17.
“Classe V – Termostato d’ambiente modulante, destinato all’uso con apparecchi di riscaldamento modulanti: un termostato elettronico ambientale che varia la temperatura del flusso dell’acqua lasciando che l’apparecchio di riscaldamento dipenda dalla deviazione fra la temperatura ambientale misurata e il punto d’analisi del termostato stesso. Il controllo è effettuato modulando l’uscita dall’apparecchio di riscaldamento.
Classe VI – Centralina di termoregolazione e sensore ambientale, destinati all’uso con apparecchi di riscaldamento modulanti: un controllo della temperatura del flusso in uscita dall’apparecchio di riscaldamento che varia la temperatura di tale flusso secondo la temperatura esterna e la curva di compensa zione atmosferica scelta. Un sensore della temperatura ambientale controlla la temperatura del locale e adegua la sfasatura parallela della curva di compensazione per migliorare l’abitabilità del vano. Il controllo è effettuato modulando l’uscita dall’apparecchio di riscaldamento.
Classe VIII – Controllo della temperatura ambientale a sensori plurimi, destinato all’uso con apparecchi di riscaldamento modulanti: un controllo elettronico munito di 3 o più sensori ambientali che varia la temperatura del flusso d’acqua, lasciando che l’apparecchio di riscaldamento dipenda dalla deviazione fra la temperatura ambientale misurata aggregata e i punti d’analisi del termostato stesso. Il controllo è effettuato modulando l’uscita dall’apparecchio di riscaldamento”.
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