Aumentano le bollette di luce e gas, ma scaldarsi con il condizionatore conviene

Dal 1 ottobre aumentano le bollette di luce e gas rispettivamente del 2,6% e del 3,9%. Ad annunciarlo l'Arera, Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente, che analizza i rincari che subirà la “famiglia tipo”, cioè con consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all'anno e una potenza impegnata di 3 kW; per il gas i consumi sono di 1.400 metri cubi annui. Un panorama preoccupante che rischia compromettere la stagione autunnale e, con i primi freddi, mettere a dura prova il portafogli. Per provare a cautelarsi dai rincari e, allo stesso tempo, affrontare senza ansie l’arrivo dell’inverno, si possono utilizzare piccoli accorgimenti per riscaldare casa senza accendere i termosifoni e garantirsi un confortevole tepore.

Effetti degli aumenti sulla famiglia tipo

Secondo le misurazioni di Arera, per l'elettricità la spesa per la famiglia-tipo, nell'anno scorrevole (compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2019) sarà di 559 euro. Nello stesso periodo la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.107 euro.

I fattori che hanno innescato gli aumenti

I fattori che hanno determinato gli aumenti sono da attribuire sostanzialmente ad una serie di cause: “Andamento stagionale, riduzione della produzione di gas olandese, alcune restrizioni all'accesso ai gasdotti di transito europei” spiega Arera, che “spingono verso l'alto il prezzo del gas, ancora predominante anche nella produzione elettrica. Sempre in materia di produzione elettrica pesano i timori per un possibile calo della produzione francese nei prossimi mesi, a causa dei problemi in alcune centrali nucleari”. A questo si aggiungono le “recenti tensioni geopolitiche, legate agli attacchi alle piattaforme petrolifere saudite, che hanno influenzato le quotazioni delle principali commodity energetiche”.

Scaldarsi con il condizionatore conviene

Nonostante la convinzione che il climatizzatore sia sinonimo di alti consumi elettrici, é vero il contrario. In autunno, ad esempio, le potenzialità della pompa di calore sono notevolmente più alte di quelle del riscaldamento tradizionale. Con il lento calo delle temperature, infatti, non serve attivare la caldaia (e quindi i termosifoni) per tutto il giorno. La necessità può essere circoscritta all’esigenza di "stemperare" gli ambienti magari durante le ore serali, oppure per breve tempo in ufficio. Proprio in questi casi, il climatizzatore riesce a produrre calore immediato e veloce senza dover attendere i tempi della caldaia a gas e la circolazione dell’acqua calda nei termosifoni. 

Per quanto riguarda i consumi, invece, il condizionatore ha una resa 3 volte superiore rispetto alla caldaia. Se, ad esempio, consideriamo le prestazione di un condizionatore 12000 Btu, che mediamente potrebbe consumare circa 1000W di corrente elettrica, potremmo ottenere un corrispettivo in calore parti a circa 3000W. Il calcolo, in ogni caso, si può eseguire attraverso due parametri: EER (rapporto di efficenza energetica) e COP (coefficiente di prestazione), con cui si identificano l'efficienza in raffreddamento e riscaldamento dei climatizzatori. Ad esempio, se un climatizzatore produce 5kW di calore da una potenza in entrata pari a 1kW di energia elettrica consumata, il suo COP è pari a 5.0. Quindi, possiamo dire che più alti sono i valori EER e COP, più le macchine saranno efficienti.

Il COP di una pompa di calore è definito come il rapporto fra il calore somministrato alla sorgente a temperatura più alta e il lavoro speso per fare ciò: 

cop-riscaldamento

Viceversa il COP di una macchina frigorifera è definito come il rapporto fra il calore sottratto alla sorgente a temperatura più bassa e il lavoro speso:

cop-riscaldamento-pompa-calore

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